Siamo enti, persone e gruppi impegnati in una campagna per la Pace
nella Repubblica Democratica del Congo, in Africa.
Organizziamo campagne, conferenze, eventi e raccolte fondi in tutta Italia
GRAVE CRISI ALL'EST DEL CONGO - gennaio 2025
Di fronte all’avanzata e al tentativo di occupazione da parte del movimento M23 con l’aiuto del Ruanda della città di Goma, pubblichiamo la nostra forte presa di posizione attraverso questo comunicato stampa.
La rete IPC – Insieme per la Pace in Congo, preso atto della gravissima situazione che si sta determinando in RDCongo e in particolare a Goma, ha prodotto una lettera che ha inviato agli europarlamentari italiani.
Ancora una volta si sta giocando sulla pelle dei congolesi, con le istituzioni europee che da una parte minacciano (millantano) di intervenire e sanzionare, dall’altra concludono trattati scandalosi con il Ruanda per la gestione dei minerali rari.
Dovrebbe alzarsi forte la voce di chi ha ancora l’umanità come orizzonte del proprio agire e di chi, dietro ogni persona, vede l’immagine del Dio in cui crede.
Ciascuno nel proprio ambito può fare tanto.
I vescovi potrebbero fare sentire forte la propria denuncia e, soprattutto, tra questi, quanti guidano diocesi che hanno forti relazioni di amicizia con il popolo congolese.
I giornali diocesani potrebbero/dovrebbero aprire le loro prime pagine con la denuncia di queste inaccettabili operazioni, che cercano di coprire con pseudo motivazioni politiche e di difesa, quella che in realtà non è altro che la persistente e decennale rapina di risorse di una terra che ha la sfortuna di essere ricchissima.
Quale fede politica o religiosa può ammettere il silenzio dinanzi a tali tragedie e violenze?
Il silenzio, il girarsi dall’altra parte o il continuare nei nostri ordinari quotidiani, è un’ulteriore beffa per il popolo congolese, che si aggiunge a quella di non avere neppure accesso agli onori della cronaca, né, tantomeno, la considerazione di conflitto, nonostante i MILIONI di morti (leggete di Congo, così come di Ucraina o Gaza?).
L’ONU ne ha indicati circa 6 dal ’93 al 2003, ma oggi, ventidue anni dopo, si è concordi nell’indicare il raggiungimento di circa 10 MILIONI di morti.
Non agire è già complicità, ma siamo certi che nessuno voglia esserlo, pertanto cerchiamo insieme modi e gesti anche piccoli per rilanciare l’urlo che ci arriva dal popolo congolese e dalla Regione del Kivu in particolare.
Fare girare questa lettera può essere un primo semplice gesto.
In risposta alla nostra lettera del 24 gennaio alla cortese attenzione degli europarlamentari italiani abbiamo ricevuto ieri questa gradevole risposta.
CONGO WEEEK 2024
La Rete Insieme per la Pace in Congo (IPC), partecipa e promuove la Congo Week 2024, che si terrà in tutto il mondo dal 12 al 19 ottobre e torna ad esser celebrata anche in Italia dopo tre anni di assenza.
L’IPC nasce dal cammino comune compiuto da associazioni di volontariato e da cittadini privati (impegnati in progetti cooperazione nel paese), nel promuovere la conoscenza delle pessime condizioni di vita e la mancanza di una vera democrazia nelle quali è costretta a vivere la popolazione della Repubblica Democratica del Congo, in occasione del viaggio compiuto da Papa Francesco nel 2023 nel cuore dell’Africa.
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Accordo UE - Rwanda
Un accordo di cooperazione sulle materie prime firmato tra il Ruanda e l’Unione Europea (UE) il 19 febbraio 2024 viene criticato nella Repubblica Democratica del Congo (RDC). La RDC denuncia il saccheggio dei minerali congolesi per oltre 20 anni da parte di alcuni Paesi stranieri, tra cui il Ruanda. Da parte dell’UE, Bruxelles difende l’accordo e sottolinea che ha ripetutamente condannato il comportamento delle varie parti coinvolte nei rapporti con i gruppi armati nell’est della RDC.
La Visita di Papa Francesco in Congo
Papa Francesco ha visitato la Repubblica Democratica del Congo tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio del 2023.
Il suo viaggio è stata l’occasione che ha dato vita alla Rete “Insieme per la Pace in Congo” e alla vigilia della sua partenza, dopo un lavoro di coordinamento e di raccolta di firme, abbiamo inviato una lettera al Santo Padre, nella quale abbiamo ricordato le tristi condizioni nelle quali vive la popolazione congolese: estrema povertà e un paese squarciato dalla guerra civile.
Per dare maggiore eco al nostro appello abbiamo anche indetto un incontro pubblico con la stampa.
Articoli sulla politica
Articoli sulla guerra
Libro e Film
L’uomo che ripara le donne
Questo il sottotitolo al libro «Denis Mukwege» (Ed. Fandango Libri in italiano, disponibile anche in formato e-book).
Il dottor Denis Mukwege è stato insignito del Premio Nobel per la Pace nel 2018.
È il direttore del Panzi Hospital a Bukavu, Sud Kivu, una delle province più insanguinate della Repubblica Democratica del Congo.
Ginecologo, si trova da più di vent’anni a cucire, riparare non solo chirurgicamente ma anche psicologicamente, le migliaia di donne violentate in un paese in cui lo stupro è arma di guerra utilizzato da tutte le parti in campo e il corpo della donna ridotto a un campo da conquistare; in cui anche i bambini sono ora vittime di stupro.
Colette Braeckman, giornalista belga grande specialista del Congo, e Thierry Michel (regista e specialista del Congo) raccolgono la sua testimonianza e la denuncia di una guerra ignorata dal mondo ma definita la prima guerra mondiale d’Africa, in cui abbiamo colpevoli mancanze quando non responsabilità.
Da questo libro fuori dal comune è stato prodotto il film « L’uomo che ripara le donne » che possiamo vedere gratuitamente a questo link.
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Alcuni video sulla RdCongo
L'impero del silenzio
i crimini impuniti del Congo
Il film è in francese, non sottotitolato in italiano.
Nell’indifferenza generale, la Repubblica Democratica del Congo è teatro di orribili crimini dal 1996, la popolazione subisce guerre, violenze, massacri e stupri, nell’indifferenza generale.
Autore di numerosi film su questo paese, il regista belga Thierry Michel tenta in questo documentario di rompere finalmente il silenzio.
Nel 1996, le conseguenze del genocidio rwandese si ripercuotono sull’ex colonia belga, indipendente dal 1960. Da allora le regioni dell’Est del paese vivono preda della guerra e della violenza che l’accompagna.
Numerosi massacri di civili e soldati hanno provocato una catastrofe umanitaria senza pari, milioni di profughi interni e la totale instabilità dell’Est, fino ai giorni nostri.
Nel 2010, il “Mapping Report”, prodotto dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR), ha elencato 617 casi di crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi tra il 1993 e il 2003.
Ricevendo il premio Nobel per la pace a Oslo nel 2018, Il dottor Denis Mukwege, con aria seria, parla in questi termini del suo nativo Congo: “Vengo da uno dei paesi più ricchi del pianeta. Tuttavia, la popolazione del mio paese è tra le più povere del mondo”.
Il cobalto, l’oro, il coltan e altri minerali presenti nel suo ricco sottosuolo suscitano desiderio e sono stati responsabili di numerosi disastri.
Intervenendo in questo documentario, Denis Mukwege ha chiesto al suo amico Thierry Michel, regista di undici film su questo paese devastato, compreso quello dedicato al medico (L’uomo che ripara le donne – L’ira di Ippocrate), di mostrare i carnefici e gli autori di questi massacri.
Attraverso questo film-recensione, costellato di archivi, testimonianze forti di attori protagonisti e immagini scioccanti, il cineasta belga desidera rendere giustizia a questi circa 6 milioni di morti e sensibilizzare l’opinione pubblica su tutti questi crimini impuniti.
Testimoni, giornalisti, rifugiati, funzionari di ONG e delle Nazioni Unite, tutti lo accompagnano in questo pesante compito e contribuiscono a fare luce sui fatti per rompere finalmente la legge del silenzio.
Documentario di Thierry Michel (Belgio, 2021, 1 ora e 50 minuti)