La rete IPC – Insieme per la Pace in Congo, preso atto della gravissima situazione che si sta determinando in RDCongo e in particolare a Goma, ha prodotto una lettera che ha inviato agli europarlamentari italiani.
Roma, 24 gennaio 2025
Alla cortese attenzione degli Europarlamentari italiani
Oggetto: Richiesta urgente di intervento del Parlamento Europeo per la crisi nell’est della Repubblica Democratica del Congo
Egregi Europarlamentari,
ci rivolgiamo a Voi con la massima urgenza per denunciare la gravissima situazione che, nel silenzio quasi totale della Comunità internazionale, si sta ulteriormente aggravando nell’est della Repubblica Democratica del Congo (RDC).
Dal 1996, il Congo è vittima di una guerra di aggressione, di occupazione e di saccheggio che ha già causato oltre 10 milioni di morti e continua a devastare la regione. Il Ruanda, attraverso i suoi suppletivi – il movimento M23 (Mouvement du 23 Mars), l’AFC (Alliance du Fleuve Congo) e più di 4.000 effettivi delle forze armate ruandesi (Rwanda Defence Force, RDF) –, viola impunemente il diritto internazionale, perpetrando atti che minano l’integrità e la sovranità del Congo. Questi fatti sono stati più volte documentati nei vari rapporti del gruppo di esperti delle Nazioni Unite.
Le politiche di aggressione del Ruanda hanno portato all’annessione di territori nell’est del Congo, molti dei quali ricchi di risorse minerarie, dove sono state instaurate amministrazioni parallele, e hanno generato milioni di sfollati che cercano rifugio e vivono in condizioni disumane nei dintorni della città di Goma, mentre la città stessa è circondata, assediata e tagliata fuori dal resto del Paese.
Secondo l’UNHCR, solo in questo mese di gennaio, altri 237 mila sfollati interni si sono aggiunti alle centinaia di migliaia già sfollati per questa guerra.
È in corso un disastro umanitario senza precedenti che potrebbe ulteriormente aggravarsi se dovesse cadere anche Goma.
L’est del Congo vive in uno stato di insicurezza totale e indescrivibile. Questo conflitto è strettamente legato allo sfruttamento delle sue ricchezze minerarie, indispensabili per il settore tecnologico e per la transizione verde globale. Parliamo dei minerali 3TG (stagno, tungsteno, tantalio – uno dei metalli che compongono il coltan – e oro), fondamentali per l’elettronica di ultima generazione, e del cobalto, elemento chiave per le batterie dei veicoli elettrici. Il saccheggio di queste risorse non è solo un crimine contro il popolo congolese ma ci riguarda direttamente, rendendoci corresponsabili.
L’Europa non può considerarsi estranea a questo conflitto fintantoché non sanzionerà i vari autori di questi atti di aggressione, di occupazione e di saccheggio. Invece, anziché sanzionare il Ruanda, l’Unione europea l’ha premiato con la firma, il 19 febbraio 2024, di un accordo per l’approvvigionamento di minerali critici. È un fatto noto che il Ruanda non dispone di tali risorse nel proprio sottosuolo, ma le saccheggia dal Congo, come dimostrato da diversi rapporti delle Nazioni Unite.
Come “Insieme per la Pace in Congo” – una rete di persone e associazioni della società civile, con legami di cooperazione, di amicizia e di affetto con persone e realtà della Repubblica Democratica del Congo – ci siamo opposti fermamente a questo accordo e ribadiamo la nostra richiesta di un suo annullamento immediato. L’Europa deve mettere fine alla politica di due pesi due misure. Non possiamo più permetterci di ignorare questa tragedia.
Con questa lettera urgente, Vi chiediamo di agire con determinazione affinché il Parlamento Europeo:
- denunci pubblicamente l’aggressione del Ruanda contro la Repubblica Democratica del Congo
- esiga che il Ruanda ritiri immediatamente le sue forze armate e cessi di sostenere le milizie M23 e AFC
- imponga e chieda sanzioni economiche significative contro il regime di Kigali per porre fine a queste violazioni del diritto internazionale
- garantisca il rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale della Repubblica Democratica del Congo
- si adoperi presso l’Unione Europea per l’annullamento dell’accordo economico firmato con il Ruanda, che legittima il saccheggio delle risorse congolesi
Diciamo no all’aggressione, all’occupazione e ai tentativi di balcanizzazione del Congo. È necessario intervenire prima che sia troppo tardi, per salvare milioni di vite e ristabilire la pace e la giustizia nella Repubblica Democratica del Congo ed in tutta la Regione dei Grandi Laghi in generale.
Confidiamo nella Vostra sensibilità e nel Vostro impegno per agire senza esitazione. Restiamo in attesa di un vostro riscontro e ci rendiamo disponibili per qualsiasi ulteriore chiarimento o approfondimento fosse necessario.
Con i nostri più cordiali saluti.
Rete “Insieme per la Pace in Congo”
(insiemeperlapaceincongo@gmail.com – www.insiemeperlapaceincongo.org)